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Masci, Filippo.

Filosofo italiano. Nominato professore di Filosofia teoretica all'università di Padova nel 1884, l'anno seguente passò all'università di Napoli, dove occupò la cattedra che era appartenuta al suo maestro B. Spaventa. Rappresentante del neocriticismo kantiano, gli diede un'impronta personale, proponendosi di superare il naturalismo empiristico, senza tuttavia cadere in un apriorismo astratto e formale quale egli riteneva fosse quello kantiano. Pertanto, postulò una forma di "idealismo concreto" in cui i due termini, natura e spirito, fossero espressione di un'unica realtà. Di qui la tendenza a una concezione monistica di tipo misticheggiante, non priva di contraddizioni, che sollevò severe critiche soprattutto da parte di B. Croce. Tra i suoi scritti ricordiamo: Le forme dell'intuizione (1881), Le idee morali in Grecia prima di Aristotele (1882), Coscienza, volontà, libertà (1884), L'idealismo indeterminista (1898), Il materialismo psicofisico e la dottrina del parallelismo in psicologia (1901), Filosofia, scienza, storia della filosofia (1902), I limiti dell'analisi intellettualistica della conoscenza (1912), La filosofia politica di Kant (1918), Pensieri e conoscenza (1922), Introduzione alla psicologia (pubb. postuma, 1926) (Francavilla a Mare, Chieti 1844 - Napoli 1922).